La Serva di Dio Simona Tronci da tanti viene definita straordinaria nell’ordinario. Nacque il 13 Ottobre 1960 a Cagliari (Sardegna) da una famiglia agiata e terza di sei figli. Simona condusse una vita normale e ordinaria: scuola, catechismo e sport nella sua fanciullezza e adolescenza. A scuola i suoi insegnanti la consideravano un’alunna impegnata, studiosa e di vivace intelligenza. Frequentò il liceo Classico di Cagliari e lì, con profitto, conseguì la maturità classica. Già all’età di 17 anni conobbe un gruppo di giovani coetanei con cui nacque una forte amicizia, rafforzata anche da una comune esperienza di fede e di crescita spirituale. Con i suoi nuovi amici diede vita al gruppo Primavera del Rinnovamento Carismatico Cattolico (che poi divenne Comunità), di cui essa divenne l’animatrice portante. Con l’avviamento del gruppo carismatico, le virtù di Simona emersero maggiormente, oltre che consolidarsi. Giorno dopo giorno, in modo inconsapevole, Simona scriveva di sé una “storia sacra”… Tra i diversi amici di preghiera Simona si affiatò particolarmente con Giuliano e loro divennero i fondatori ufficiali della Comunità. Sin dai primi momenti di conoscenza, al solo vederla e sentirla parlare, ci accorgemmo immediatamente che Simona era una persona speciale. Lo percepivamo nello starle accanto… per il suo volto, il suo sguardo, il suo sorriso, il suo parlare dolce e raffinato. Con il trascorrere dei mesi, tutte le persone che si accostavano a lei la ritenevano “interessante, piacevole”… seppure nessuno, né famiglia, né amici, né insegnanti, né sacerdoti, potesse immaginare che tra di noi stesse una santa. Lo capimmo dopo che salì al Cielo a soli 23 anni. Lo comprendemmo quando potemmo leggere i suoi diari… ricchi di sensazioni e intuizioni spirituali, di lodi, preghiere, di suppliche e di intercessioni, densi di continui propositi per convertirsi sempre di più, giorno dopo giorno.
Di Simona ci stupiva il suo slancio spirituale davvero singolare, l’entusiasmo travolgente e il suo innamoramento totale di Gesù, tanto che, man mano, questi suoi doni particolari ci contagiarono… Simona aveva capito che consegnandosi a Dio, si consegnava in mani sicure… Aveva compreso che seguire Gesù non significava perdere la libertà ma conquistare la libertà vera. In lei si incarnava la parola del vangelo “piangere con chi piange e gioire con chi gioisce”. L’opera di Dio in lei si manifestò, infatti, in una ferialità che diventava presenza concreta in un abbraccio per consolare, misericordia, delicatezza ed entusiasmo per sostenere. La carità e la misericordia nella sua vita furono al primo posto. Si prodigava, infatti, nell’aiutare alcuni poveri della città, non solo offrendo loro un aiuto materiale, ma soprattutto testimoniando il Signore e portando loro la Parola di Dio. Ogni sua azione e ogni suo gesto partiva dall’amore. Il suo carisma principale, oltre a quello della preghiera di lode, fu quello dell’evangelizzazione attraverso il canto e la testimonianza di una vita costantemente profumata della Misericordia di Cristo. Oltre la Bibbia, sempre presente nella borsetta o nello zainetto, portava con sé la sua chitarra. Nelle sue mani la chitarra diventava canale dello Spirito, voce e suono che si fondevano in un’unica melodia di lode, strumento di conversione che toccava i cuori e le menti. Mentre pregava e animava dava vita a quel suono accompagnato dalle parole che lei stessa componeva in canti. Così leggiamo dal suo diario: “Dammi di comporre canti che facciano lodare e pregare i miei fratelli; il mondo ha bisogno di sentir cantare… deve riscoprire che c’è un Dio, un Dio d’Amore che ti chiama alla gioia”.
Era zelante nella fede e nell’incoraggiamento alla testimonianza di un Gesù vivo e presente nel quotidiano, nella famiglia e nel lavoro. Simona, piena di entusiasmo, accompagnò con amore tanti sofferenti a Lourdes. Offrì anche ricchissime e profonde catechesi sulla preghiera e sulla spiritualità del Rinnovamento Carismatico. Lei non voleva ringraziamenti o lodi per sé, ma chiedeva che il “grazie” fosse innalzato a Dio perché la usava come Suo strumento! Simona era per tutti noi, e per coloro che la avvicinavano, una maestra nella preghiera. Simona riteneva che attraverso la Comunità potesse concretizzarsi non solo la missione, ma anche la vocazione. Diceva infatti: “Non stiamo insieme solamente per aiutarci nei nostri bisogni umani e pratici, ma soprattutto per scopi apostolici. Stiamo insieme per avere Gesù in mezzo a noi… per testimoniare la vita rinnovata per mezzo del Vangelo, ad imitazione del nostro Salvatore”.
Nel 1979 si iscrisse nella Facoltà di Giurisprudenza ma, dopo aver brillantemente sostenuto i primi esami, maturò l’idea che la giustizia di Dio sovrintendesse a quella degli uomini e si iscrisse alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, sempre a Cagliari. Anche in questa occasione l’ordinarietà diventò in Simona straordinarietà: fu la prima ragazza ad essere ammessa presso la Facoltà Teologica. Non scelse la vita consacrata, infatti viveva il suo fidanzamento e aveva progetti di matrimonio con il suo giovane fidanzato. Questo la rendeva ancora più straordinaria nell’ordinarietà della sua vita. Nel suo quotidiano Simona cercava di scoprire come diventare santi e lo comprese davvero. In Comunità ci diceva: “basta fare la volontà del nostro Signore. Se Cristo è presente tra noi, nella Comunità, viviamo la santità che viene da Dio. Questa santità è consegnata ai singoli, ai credenti della Comunità, come dono non solo da custodire, bensì da sviluppare, sempre tutti assieme”. La Serva di Dio ci diceva che se abbiamo paura della Croce non diventeremo mai “Simili a Cristo”, cioè Santi.
“Se abbracceremo la Croce che ci porta alla santità, Lui ci aiuterà a sostenerla e ce la farà sentire più leggera”.
Così in lei maturò il desiderio profondo di comprendere il valore della Croce. Nei diari scriveva: “Gesù, noi non abbiamo ancora capito quanto hai sofferto in Croce….”. Voleva comprendere sino in fondo la sofferenza di Gesù. Questa era una preghiera ricorrente nei suoi diari e il Signore le diede delle risposte concrete nel Gennaio del 1983, quando le fu diagnosticato un tumore. Simona accolse la volontà di Dio al punto che la sua malattia non fu la sua nemica, infatti considerò la Croce come “l’ascensore che conduce in Paradiso”. Il dramma fu solo nel corpo, mentre il suo spirito restò forte, radicato con la fede al suo amato Gesù. Ancora scriveva: “…sento dentro di me rinnovarsi la mia vita, ascolto un certo coraggio che mi fortifica, una nuova fede che mi consola”. Iniziò così il pellegrinaggio tra Cagliari e Parigi, per accertamenti, interventi chirurgici e chemioterapia. Simona trascorse l’ultimo periodo della sua vita terrena sul letto, paralizzata, immobile, quasi sorda, muta e cieca in attesa del grande incontro con l’Amato. Quando la malattia si aggravò ulteriormente tanto da procurarle sofferenze difficilmente descrivibili e da non permetterle di deglutire neppure il più piccolo frammento di ostia consacrata, si ottenne l’autorizzazione per farle ricevere l’Eucarestia esclusivamente sotto la specie del vino che veniva prelevato dal calice mediante una siringa e di cui, non senza fatica, si riusciva a farle bere alcune gocce. Simona nacque al Cielo il 18 Aprile del 1984, Mercoledì Santo. Il suo funerale o, meglio, il suo talamo nuziale, venne celebrato il giorno di Pasqua, accompagnato dai canti di resurrezione che lei aveva composto. Il Tribunale Diocesano di Cagliari ha ormai terminato l’indagine sulle sue Virtù Eroiche e la Diocesi di Cagliari, il 16 Luglio 2016, ha dichiarato concluso il Processo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio. Tutti i relativi faldoni si trovano adesso in Vaticano presso la Congregazione per le Cause dei Santi, per il nuovo iter.
Quale insegnamento ci ha lasciato la giovane Simona? Che tutti siamo chiamati alla santità: Religiosi o Religiose, sposati o meno, giovani o anziani. Ci ha insegnato che proprio nella Comunità può rafforzarsi la fraternità e l’aiuto reciproco per il perseguimento della santità. E’ vero, il cammino verso la santità, sia quello personale che quello comunitario, non è facile. Si tratta proprio di una sfida contro le tentazioni della carne e del mondo. Simona ci chiedeva spesso se avessimo preferito assecondare la volontà del mondo o fare quella di Gesù. Lei ha fatto la sua scelta: quella di compiere la volontà di Gesù! Ora sta a noi scegliere, senza stancarci e senza scoraggiarci, di diventare santi.
Antonella Tanda
Comunità Primavera
Per ulteriori informazioni:
BIBLIOGRAFIA:
CLEMENTE PILLONI, Innamoratissima di Gesù – Simona Tronci (1960-1984), Edizioni Shalom – Collana “I Testimoni”, 2008.
FATHER CLEMENTE PILLONI, Deeply in love with Jesus – Simona Tronci Servant of God, Alfa Editrice, 2010. (Traduzione del libro “Innamoratissima di Gesù”)
PADRE CLEMENTE PILLONI, Lei ci ha creduto, Alfa Editrice, 2013.
DVD:
COMUNITA’ PRIMAVERA, Simona, carisma d’Amore, 2018, Lingua: Italiano; Durata: 53 minuti; Formato video: 16:9.
SITO INTERNET: simonaservadidio.org
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